L’Olocausto in Norvegia

La Germania nazista invase la Norvegia il 9 aprile 1940. Il legittimo governo norvegese andò in esilio, mentre le autorità di occupazione tedesche nominarono un governo collaborazionista capitanato da Vidkun Quisling, leader del partito nazista norvegese (Nasjonal Samling o NS).

Durante i primi due anni di occupazione, in Norvegia furono condotte alcune azioni isolate contro gli Ebrei, compresi alcuni arresti individuali. Nel 1942 la Sicherheitspolizei (la polizia di sicurezza tedesca) incaricò la polizia norvegese di stampare una ‘J’ rossa (ndt: l’ iniziale di jøde –ebreo) sulla carta d’identità di ogni ebreo, preparando così il terreno per il rastrellamento di massa che seguì.

La vera e propria schedatura degli Ebrei norvegesi cominciò agli inizi del 1942. Gli Ebrei, che avevano una lettera ‘J’ stampata sui documenti d’identità, dovettero compilare un “Questionario per gli Ebrei in Norvegia” predisposto dagli uffici di statistica del NS. Allo stesso tempo, Quisling reintrodusse l’articolo II a carattere antisemita della Costituzione norvegese del 1814 che era stato abrogato dal Parlamento nel 1851.

Gli arresti sistematici degli Ebrei norvegesi iniziarono il 6 ottobre del 1942 a Trondheim. Il 25 ottobre del 1942 il capo della Polizia di Stato, Karl Alfred Marthinsen, inviò un cablogramma alle autorità della locale polizia norvegese ordinando l’arresto di tutti gli uomini ebrei aventi più di 15 anni d’età. Fu inoltre richiesto che le donne si presentassero giornalmente alle locali stazioni di polizia.

Il giorno successivo, il 26 ottobre 1942, Quisling prescrisse la confisca delle proprietà ebraiche. I beni furono sequestrati in concomitanza con gli arresti, privando la minoranza ebrea dei suoi mezzi di sostentamento.

Le donne e i bambini ebrei furono arrestati tra il 25 e il 26 novembre 1942. In tutto, 772 Ebrei vennero deportati dalla Norvegia fino al campo della morte di Auschwitz, di questi solo 34 sopravvissero. Il resto della piccola comunità ebraica in Norvegia, composta alla vigilia della guerra all’incirca da circa 2.100 persone, sopravvisse grazie alla fuga in Svezia. Durante la Seconda guerra mondiale la Norvegia perse quindi più di un terzo dei suoi Ebrei.